Quadro clinico dell’infarto renale

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Quadro clinico dell’infarto renale

Quando si verifica un’occlusione di un’arteria renale può innestarsi il quadro clinico dell’infarto renale che può interessare una zona più o meno estesa di tessuto renale per cui ne risulta un’interruzione del flusso di sangue al rene. Diversi fattori eziologici possono provocare questa condizione patologica e tra le principali cause che possono provocare l’insorgenza dell’infarto renale ci sono: embolie del cuore o dell’aorta, alterazioni locali della parete arteriosa che provocano una trombosi, aneurismi renali, ipercoagulabilità, aterosclerosi grave, malattie cardiache, malattie autoimmuni. Se il quadro clinico dell’infarto renale non provoca alcuna manifestazione sintomatologica vuol dire che la problematica è di piccole entità, nei casi più severi il paziente viene colpito da diversi sintomi caratteristici quali: la percezione di un dolore acuto in corrispondenza del fianco colpito dalla patologia, lieve febbre, tracce di sangue nelle urine, talvolta si può presentare una insufficienza renale acuta con anuria che emerge principalmente nei casi più gravi, se poi il paziente risente di un blocco completo il soggetto può evidenziare anche nausea e vomito associati a febbre.

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Gli esami che consentono di diagnosticare la patologia

quadro clinico dell'infarto renale

quadro clinico dell’infarto renale

Per formulare la corretta diagnosi dell’infarto renale, che spesso viene confuso con la nefrolitiasi che causa  una diagnosi alquanto ritardata, è necessario esaminare attentamente i sintomi, vanno poi eseguite delle analisi più approfondite a partire dagli esami del sangue dove si evidenziano dei valori alterati della leucocitosi e della creatininemia che possono far sorgere il sospetto, sono utili anche gli esami delle urine. Per un quadro clinico più dettagliato le indagini diagnostiche possono proseguire ed avvalersi dei dati relativi agli esami per immagini come l’arteriografia renale, la TAC e l’Ecodoppler. Il trattamento della patologia si basa essenzialmente su una terapia farmacologica che prevede l’assunzione di anticoagulanti ed antitrombotici, nei casi più severi la soluzione più indicata è quella di sottoporre il paziente ad intervento chirurgico.

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