Cisti da ritenzione pancreatiche di cosa si tratta
Le cisti da ritenzione pancreatiche devono essere esaminate accuratamente in quanto possono rappresentare neoplasie maligne o pre-maligne per questa ragione è necessaria un’accurata diagnosi per un’identificazione definitiva del quadro clinico. Nonostante l’analisi citologica sul fluido cistico, ottenuto attraverso un agoaspirato ecoendo-guidato, manchi di un’elevata sensibilità, ha un’alta specificità in caso di neoplasia cistica mucinosa e lesioni maligne. Le linee guida dell’approccio diagnostico si basano su un’integrazione fra informazioni cliniche ed indagini di imaging per accertare il potenziale maligno delle lesioni cistiche. Le cisti del pancreas infatti richiedono una diagnosi differenziale che richiede un approccio multidisciplinare attraverso l’uso di metodiche radiologiche quali TC e RM da correlare all’esecuzione dell’agoaspirato ecoendoguidato per l’analisi citologica ed il dosaggio dei marcatori su liquido cistico, nello specifico l’analisi del fluido cistico si serve anche dello studio del pattern di espressione delle mucine, si esegue il dosaggio di amilasi, lipasi, e marcatori tumorali su liquido cistico per acquisire delle informazioni più approfondite.
Come avviene la diagnosi differenziale
Generalmente questo tipo di lesioni viene scoperta per caso in quanto i pazienti sono spesso asintomatici e si sottopongono a delle indagine mossi da altri motivi, sono soprattutto le immagini radiologiche a svelare la presenza di cisti da ritenzione pancreatiche, in seguito si può procedere con la classificazione nell’ambito di diversi tipi di neoplasia. Si parte dalla distinzione tra la cisti e la pseudocisti pancreatica, di fatto la pseudocisti non sono neoplasie ma si presentano come una conseguenza di una pancreatite, per formulare questa diagnosi si tiene conto della storia clinica del paziente. Se poi si sospetta nel paziente una forma di neoplasia cistica si procede con la distinzione tra le neoplasie sierose e le neoplasie che producono mucina in quanto le prime lesioni sono virtualmente benigne, le seconde invece hanno potenzialità di degenerazione in senso maligno.