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Iperbilirubinemia trattata con plasmaferesi

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Iperbilirubinemia trattata con plasmaferesi

La CPFA (Coupled PlasmaFiltration Adsorption) è una tecnica di depurazione ematica extracorporea sperimentata in caso di iperbilirubinemia che quindi può venir trattata con plasmaferesi. Nello specifico la tecnica di CPFA, già impiegato come trattamento di depurazione in caso di sepsi, combina la plasmaseparazione, con un trattamento aferetico di adsorbimento, ed il processo di emofiltrazione in post-diluizione. Nel trattamento di una severa condizione di iperbilirubinemia, indipendentemente dalla sua eziologia, si può ricorrere a questa tecnica in quanto si tratta di una procedura che garantisce non solo una significativa riduzione dei livelli di bilirubina ma anche un buon grado di sicurezza, questa opzione terapeutica viene utilizzata in maniera efficace e sicuro in pazienti con valori di bilirubinemia elevati anche per trattamenti di breve durata. La tecnica  trova applicazione principalmente in caso di insufficienza epatica e di sepsi, gli studi condotti per testare la validità di questo trattamento hanno evidenziato come la plasmaferesi alla base del CPFA costituisca un’opzione terapeutica nei pazienti colpiti da cirrosi, attualmente comunque sono in corso diversi studi che hanno l’obiettivo di testare l’utilità della CPFA in pazienti cirrotici e nei pazienti in attesa di trapianto epatico. Attualmente i trattamenti plasmaferetici stanno diventando sempre più selettivi con lo scopo di rimuovere esclusivamente le molecole che determinano condizioni patologiche oppure anomalie. Continue reading

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Digiuno da evitare nella Sindrome di Gilbert

Rischi del digiuno nella Sindrome di Gilbert

Digiuno-da-evitare-nella-Sindrome-di-Gilbert

Digiuno-da-evitare-nella-Sindrome-di-Gilbert

La pratica del digiuno se si soffre della Sindrome di Gilbert è assolutamente da evitare! Tale Sindrome è una patologia decisamente comune nella popolazione, una malattia benigna del fegato che si manifesta con
iperbilirubinemia (valori piuttosto alti di bilirubina nel sangue), per lo più dai vent’anni in poi. Chi è affetto da questa sindrome (circa il 7-8% della popolazione adulta) non deve mai cadere nella cattiva abitudine del digiuno;
essa non allevia assolutamente la Sindrome di Gilbert che invece è a carattere ereditario e viene trasmessa con modalità sia autosomico recessiva che dominante. Generalmente l’iperbilirubinemia della Sindrome di Gilbert, per la quale è inutile il digiuno, si sviluppa a causa di una ridotta attività della glucuroniltransferasi (UGT), enzima che collega la bilirubina con l’acido glucuronico, collegamento grazie a cui la bilirubina diviene idrosolubile rendendo possibile l’escrezione biliare. Un altro motivo che comporta Sindrome di Gilbert e vieta il digiuno riguarda la carenza di una specifica proteina epatica, la ligandina. Continue reading

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Bilirubina coniugata come viene espulsa dall’organismo

Bilirubina coniugata: controlli della bilirubinemia

Normalmente il tasso di bilirubina prodotto da un organismo sano nell’arco di un giorno è pari a 200-250 mg, ma questo pigmento in quanto prodotto di scarto ricavato dal metabolismo dell’emoglobina viene regolarmente espulso dall’organismo, nello specifico la bilirubina coniugata viene eliminata attraverso l’apparato gastrointestinale. Solo una piccola quantità di bilirubina non raggiunge l’intestino per essere eliminata come secrezione ma viene immessa nel flusso sanguigno per giungere poi ai reni dove viene espulsa dall’organismo. Quando si presenta un’alta concentrazione di questa frazione di bilirubina le cause principali sono rappresentate dalla formazione di un ittero ostruttivo oppure dalla presenza di un ittero epatico; inoltre in caso di iperbilirubinemia coniugata questa sostanza può riversarsi anche nelle urine in quanto è in grado di oltrepassare il filtro glomerulare. Quando si evidenzia dalle analisi del sangue, alla voce riguardante la bilirubinemia, un livello di bilirubina diretta o coniugata più alto rispetto ai valori di riferimento il medico prescriverà al soggetto ulteriori test per avvalorare i risultati, si tratta dell’esame per la fosfatasi alcalina, da correlare poi con una visita che permetta di escludere la presenza di un’eventuale ostruzione biliare. Per approfondimenti sul tema si rimanda alla lettura dell’articolo Bilirubina frazionata cosa identifica.

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Bilirubina diretta: le cause dell’iperbilirubinemia

Bilirubina diretta valori

Il pigmento presente nella bile dell’uomo, prodotto a livello epatico dal sangue attraverso il processo di distruzione dell’emoglobina che si trova nei globuli rossi demoliti al termine del loro ciclo di vita che ha una durata di 120 giorni, è detto bilirubina diretta quando è formato dal fegato. Si evidenziano dei livelli elevati di bilirubina quando il fegato non lavora in maniera corretta a causa di diverse malattie oppure quando vengono distrutti globuli rossi in eccesso: queste condizioni provocano il blocco o la scarsa produzione di bilirubina causando il suo accumulo nel sangue e nei tessuti, si determina così la formazione dell’ittero che si evidenzia con la colorazione giallastra della pelle. Generalmente i valori normali inferiori si attestano tra i livelli di 0.2mg/100ml, quando si riscontrano dei valori superiori allora l’iperbilirubinemia segnala la presenza di determinate patologie quali: cirrosi epatica, epatite tossica, neoplasie epatiche, toxoplasmosi, non vanno trascurate forme gravi di infezioni. In particolare la bilirubina diretta aumenta come conseguenza dell’ittero ostruttivo, un fenomeno di tipo postepatico, inoltre l’iperbilirubinemia può essere determinata da un’insufficiente escrezione nelle vie biliari anche se con maggiore frequenza si registrano episodi di stasi biliare di origine intraepatica o extraepatica. Altre informazioni su Bilirubina alta cause: quali sono. Continue reading

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