Cirrosi epatica e livelli alterati di bilirubina

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Cirrosi epatica e bilirubina alta

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La cirrosi epatica é la patologia che ricalca lo stadio
terminale e più grave della compromissione generale di tutto
il fegato, che va a morire sia anatomicamente che
funzionalmente. La cirrosi epatica è una malattia gravissima,
fra le più mortali del mondo in quanto priva l’organismo di
uno dei suoi organi essenziali e appunto vitali. Uno dei
campanelli d’allarme che, in date condizioni e stili di vita,
possono far sospettare di essere in presenza di cirrosi
epatica, riguarda eventuali alterazioni in eccesso dei valori
di bilirubina nel sangue. Essa è un pigmento di colore
giallo-rossastro, contenuto nella bile e derivante dal
catabolismo dell’emoglobina. Di solito in situazioni di abuso
alcolico o di epatiti croniche la bilirubina tende ad
aumentare eccessivamente, evidenziando un probabile
problema di cirrosi epatica. Purtroppo questa malattia non
manifesta sintomi, fin quando la compromissione del fegato
arriva al massimo sopportabile dal corpo umano.

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Cirrosi epatica e segnali d’allarme

Oltre ad un crescendo dei livelli ematici di bilirubina, la
cirrosi epatica può manifestare anche un’incisiva alterazione
delle transaminasi, una sottoclasse di enzimi atti a
catalizzare importanti reazioni chimiche a livello epatico.
Generalmente pazienti affetti da cirrosi epatica, oltre a
presentare suddetti valori sanguigni sballati, rischiano anche
complicazioni molto pericolose quali emorragie, peritoniti
batteriche ed encefalopatie epatiche. Fortunatamente, pur
non essendovi sintomi specifici durante lo sviluppo di cirrosi
epatica, è comunque possibile notare alcuni segnali clinici
importanti: primo fra tutti l’ittero, ossia una colorazione
giallastra della cute, degli occhi e delle mucose dovuta ad un
aumento della bilirubina, dovuto ad una minore espulsione
della stessa per una deficere nella funzionalità delle cellule
epatiche; o anche la comparsa di arteriole con una
caratteristica forma a ragno, dovuta ad un aumento degli
ormoni femminili come l’estradiolo, legata a sua volta ad una
diminuita escrezione degli stessi da parte del fegato; la
presenza di un fegato nodulare; l’aumento delle dimensioni
della milza: l’ascite, ovvero la comparsa di liquido nella
cavità addominale, dovuto all’aumento della pressione a
livello della vena porta diretta conseguente della cirrosi
epatica; l’eritema palmare ossia la presenza di rossore sul
palmo delle mani, dovuto sempre al suddetto aumento degli
ormoni femminili; unghie bianche per minore presenza di
proteine; la ginecomastia ovvero un ingrandimento delle
mammelle soprattutto maschili; tremore delle mani dovuto
all’accumulo di sostanze tossiche nel cervello che il fegato
non riesce più ad eliminare; infine stanchezza, perdita di
appetito e perdita di peso.

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