Anastomosi bilio digestiva ostruzione della via biliare: la sua utilità
Quando sono necessari degli interventi di tipo chirurgico per aprire un nuovo passaggio per portare la bile dal fegato all’intestino si fa ricorso alla procedura di anastomosi bilio digestiva. In condizioni normali la bile prodotta dalle cellule epatiche passa nei dotti biliari presenti nel fegato che hanno una struttura ramificata che tende ad unificarsi nel coledoco un tubicino che fa da passaggio alla bile per defluire nell’intestino. Se si innestano delle condizioni patologiche quali un’infiammazione oppure una formazione tumorale si registra un’alterazione del regolare transito della bile per cui per non incorrere in eventuali complicanze è necessario ripristinare il corretto percorso della bile. Diversi fattori eziologici possono causare l’alterazione del regolare transito della bile nell’intestino e tra le cause più influenti si riscontrano frequentemente delle condizioni di natura meccanica da ascrivere alla formazione dei calcoli, che possono formarsi nella colecisti oppure all’interno del fegato potendo anche interessare il coledoco; nell’elenco delle cause meccaniche rientrano anche le cisti di echinococco. Altre notizie su Bile densa cosa implica.
Ostruzione della via biliare
Si può far ricorso all’anastomosi bilio digestiva anche in caso di processi infiammatori di diversa natura come ad esempio l’insorgenza di malattia infiammatoria cronica, oppure le conseguenze di un precedente intervento chirurgico. Il normale passaggio della bile può essere alterato anche dalla presenza di alcune formazioni tumorali che finiscono per ostruire il flusso biliare, si tratta di tumori che possono colpire le cellule delle vie biliari oppure gli organi circostanti, per cui la chiusura della via biliare va attribuita a tumori che colpiscono il fegato oppure il pancreas. L’ostruzione della via biliare determina nel paziente una serie di sintomi che rappresentano la principale spia da tenere in considerazione per giungere alla diagnosi del disturbo. Tra le manifestazioni principali vi è l’itterizia provocata dall’aumento della concentrazione di bile che finisce per riversarsi nel sangue. A partire dall’anamnesi del soggetto vengono condotti diversi esami per confermare la diagnosi, a partire dalle analisi del sangue che attestano un innalzamento dei valori della bilirubina, delle transaminasi, ma anche dei fosfatasi alcalina e dei gamma GT; a queste indagini di laboratorio è necessario affiancare anche esami strumentali a partire dall’esecuzione di un’ecografia con cui visualizzare la dilatazione delle vie biliari. Maggiori notizie su Sindrome di Alagille: perdita dei dotti biliari intraepatici.